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Il Musetto: l’arte della Norcineria Friulana

Fiume Tagliamento - Friuli - Terra

Il Friuli Venezia Giulia è una regione che vanta una tradizione gastronomica ricca e variegata, fatta di sapori autentici e piatti che raccontano storie di terra e di cultura. Tra i tanti prodotti tipici che caratterizzano il Friuli, uno dei più rappresentativi e amati è senza dubbio il musetto, anche detto musét in friulano; è un salume che, con la sua semplicità e genuinità, rappresenta una parte fondamentale della cucina friulana.

La carne utilizzata per la preparazione del musetto proviene principalmente, come si intuisce dal nome, dal muso del maiale. Qui, la carne magra della testa, la cotenna e il grasso guanciale si uniscono per dare vita a un impasto perfettamente equilibrato, lavorato con un sapiente uso di spezie e aromi che lo rendono inconfondibile. Una volta selezionata e preparata la carne, viene macinata finemente, e il composto ottenuto viene poi insaccato in un budello naturale, come vuole la tradizione, pronto a diventare il protagonista delle tavole friulane.
Il musetto viene quindi sottoposto a una lunga cottura in acqua bollente. Questo processo non solo ammorbidisce la carne, ma permette anche alla miscela di spezie di infondere il suo caratteristico sapore, che lo rende così unico e apprezzato. Durante la cottura, la carne assorbe il calore e i sapori delle spezie, che nel nostro caso includono pepe, aglio, sale, vino e coriandolo, che variano leggermente a seconda della tradizione locale. Questi ingredienti sono dosati con maestria per creare un equilibrio perfetto tra il sapore ricco della carne e la freschezza dei condimenti, senza mai coprire la naturale dolcezza.

Qual è la differenza tra musetto e cotechino?

Il musetto e il cotechino sono entrambi simbolo della tradizione gastronomica italiana, accomunati dall’uso della carne di maiale ma distinti per composizione e sapore. La differenza principale risiede negli ingredienti: il cotechino è preparato con diverse parti del maiale, prevalentemente muscolo, grasso e cotenna (la pelle del maiale, che dà il nome all’insaccato), mentre il musetto, come suggerisce il nome, utilizza principalmente le parti della testa del maiale, tra cui il muso. Questa variazione conferisce al musetto un gusto più deciso e caratteristico rispetto al cotechino.

Le Origini e la Tradizione del musetto

Le prime fonti storiche documentate che menzionano il musetto friulano risalgono alla metà del XIX secolo. In particolare, troviamo riferimenti in due testi storici significativi:

  • “Nozioni pratiche per un possidente, agricoltore e padre di famiglia” di Bernardino Beretta, pubblicato nel 1851, che contiene antiche ricette per la preparazione del musetto.
  • “La Carne suina nell’alimentazione tradizionale friulana”, pubblicato nel 1929, che rappresenta un’altra importante testimonianza storica sulla produzione di questo insaccato.

La sua preparazione è strettamente legata all’arte norcina, che in Friuli Venezia Giulia seguiva un calendario preciso, con le macellazioni che iniziavano tradizionalmente il 30 novembre, giorno di Sant’Andrea, come ricorda il detto friulano “Sant’Andrea il purcìt tà la brea” (ovvero per la festa di Sant’Andrea, festeggiato il 30 novembre, venga sacrificato il maiale per l’economia familiare).

Originariamente nato come piatto povero, il musetto rappresenta oggi un simbolo della cucina friulana e del nord Italia in generale. In ogni casa si macellava il maiale allevato per sfamare la famiglia e produrre insaccati destinati a sostenere i periodi di scarsità alimentare. Tra questi, il musetto occupava un ruolo centrale, realizzato prevalentemente con le parti della testa del maiale, considerate meno pregiate ma ricche di sapore.

Tradizionalmente, il musetto viene servito caldo e accompagnato dalla brovada, un contorno tipico a base di rape fermentate, con l’aggiunta di condimenti come kren (rafano) o senape, che ne esaltano il sapore. Nonostante l’evoluzione della produzione, spesso più raffinata, il musetto rimane un simbolo della genuinità e dell’eredità contadina del friulana.

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